6 forti della Grande Guerra ad Asiago
6 forti della Grande Guerra da visitare sull'altopiano di Asiago
Sull'altopiano di Asiago, durante la Grande Guerra, si combattè una guerra di di forti che si sparavano a vicenda. Ecco 6 forti da raggiungere con un'escursione a piedi.
Durante la Prima guerra mondiale, l'altopiano di Asiago fu teatro di innumerevoli scontri e battaglie con moltissime vittime da entrambi gli schieramenti. Su l'altopiano di Asiago si combatté durante tutto il conflitto e proprio da qui fu sparato il primo colpo di cannone. Più precisamente fu sparato dal forte Verena nel 1915. Gli austriaci cercavano un modo per sfondare il fronte ed arrivare alla pianura veneta e, durante la Strafexpedition, quasi ci riuscirono. La guerra sugl'altipiani, fu una guerra che ha visto come protagonisti forti e fortezze che si sparava a colpi di cannone. In questo post elenco 6 forti della Prima Guerra Mondiale da visitare con un escursione ad Asiago.
1) Forte Verena
Un’escursione ad anello molto piacevole da fare, non particolarmente impegnativa, nell'altopiano di Asiago è la salita al forte Verena, in cima al monte Verena. Il dislivello in salita da affrontare è di 500 mt circa con uno sviluppo di 11 km per l’anello intero. Consiglio di fare l’anello in senso antiorario dato che salita di destra è molto dolce e tranquilla mentre a sinistra del monte ci sono le piste da sci ed è più diretta. Poi se uno non ama fare le discese molto pendenti allora può benissimo fare l’anello anche in senso orario. Il forte Verena fu costruito tra il 1912 e 1914 ed era stato costruito a scopo difensivo delle Prealpi Vicentine. Inizialmente il Forte Verena riuscì a causare gravi danni ai forti austriaci situati a nord del Verena sull'altopiano di Vezzena, come il Forte Verle ma successivamente alle risposte di fuoco austriache subì gravi danni strutturali che ne decretarono il disarmo. Di recente è stato parzialmente ristrutturato ed è visitabile con cautela sia l’interno che l’esterno.
Per tutti i dettagli dell'escursione: Anello del Forte Verena
Per un amante della storia e della Grande Guerra, un facile e tranquillo itinerario da fare sull’altopiano di Asiago è sicuramente la salita al Forte Lisser da Enego. L’escursione è abbastanza semplice, la lunghezza totale è di 7 km e il dislivello è di soli 350 mt, escursione ideale da fare anche in una mattinata. Se si compie il giro in senso orario (che consiglio) la pendenza che porta in cima è davvero minima e non ci si accorge neanche di salire. Il rientro invece è molto ripido e in soli 40 minuti riporta al punto di partenza. Se non amate i percorsi troppo ripidi, dal forte Lisser si può rientrare al punto di partenza per lo stesso sentiero fatto all’andata. Il panorama che si ammira dalla cima è davvero a 360 gradi. Verso est si vedono, in lontananza, le Pale di San Martino, tutto il Feltrino, col le vette Feltrine, e il massiccio del Monte Grappa, in particolare sul Col Moschin, monte Pertica e Asolone. A nord si può ammirare tutta la cresta settentrionale dell’Altopiano di Asiago, da cima Portule, cima XII e l’Ortigara. Infine, si può scrutare dall’alto gli splendidi borghi dell’altopiano come l’abitato di Enego. Per quanto riguarda la storia, il forte Lisser, sulla sommità del monte Lisser, faceva parte dello sbarramento Brenta Cismon e aveva il compito principale di controllare la sottostante Val Brenta e Valsugana. Inoltre dal suo appostamento poteva impedire gli aggiramenti della piana di Marcesina. Il forte fu costruito dal 1911 al 1914 ed era armato principalmente da 4 cannoni da 149 mm protetti da cupole corazzate. Purtroppo durante la Strafexpedition la gittata dei cannoni era abbastanza corta e diversi colpi colpirono anche il fronte italiano. Nel 1917 il fronte cadde in mano austriaca ma non fu mai coinvolto contro gli italiani.
Un itinerario interessante, a tema Grande Guerra, sull’Altopiano di Asiago è fare l’escursione ad anello al Forte Corbin e al monte Cengio partendo dal paese di Treschè Conca, vicino Rotzo e Roana. L’escursione è di media difficoltà , la lunghezza totale del percorso è di 16 km e il dislivello, di 600 mt in totale, è molto ben distribuito, non trovando mai pendenze ripide. Durante l’escursione si percorrono sia tratti di strada asfaltata, sia tratti di carrarecce sterrate e l’unico punto dove il sentiero è esposto e bisogna fare un po’ di attenzione è sul monte Cengio che è a strapiombo sulla val D’Astico. La prima attrazione di questa escursione è il Forte Punta Corbin. Il Forte Corbin fu costruito tra il 1906 e il 1914 e fu concepito come da sbarramento per un eventuale discesa degli austriaci lungo la val d’Astico. Il Forte era formato principalmente da da 6 cannoni da 149 mm e fu pesantemente bombardato dagli austrici, anche con calibri maggiori, come gli obici da 380 mm. Successivamente durante la Strafexpedition cadde in mano austriaca fino a quasi al termine della guerra. Durante le due guerre il forte fu abbandonato e fu danneggiato dai recuperanti che tentavano di recuperare più materiale possibile. Nel 1942 il terreno fu ceduto a privati che tutt’ora lo gestiscono, restaurandolo e tenendolo in buone condizioni. Per visitare il Forte bisogna pagare un biglietto e la visita dura circa un’ora. Il Forte Volendo è raggiungibile anche in auto. La seconda parte di quest’itinerario si passa dal monte Cengio, teatro di importanti battaglie del conflitto che hanno coinvolto i Granatieri di Sardegna. Il monte Cengio fu l’ultimo baluardo difensivo prima che gli austriaci potessero scendere facilmente sulla pianura e con un estremo sacrificio di vite, più di 10mila soldati, gli italiani riuscirono a respingere l’avanzata austriaca. Qui è possibile visitare le innumerevoli gallerie che collegavano le varie postazioni d’artiglieria.
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Un’escursione ad anello molto interessante, soprattutto dal punto di vista storico, sull’altopiano di Asiago è l’anello Forte Interrotto, Sentiero dei 5 cimiteri e Trincee del monte Zebio. L’escursione è bella tosta, la lunghezza totale è di ben 19 km. Il dislivello di 800 metri però è ben distribuito lungo la lunghezza e non si fa molto pesare. Inoltre, se si sale in macchina fino ai pressi del Forte Interrotto la lunghezza si può ridurre di 4-5 km e 300-400 mt di dislivello in base a dove si parcheggia. Il panorama che si nota lungo tutto il tragitto è principalmente rivolto verso Asiago e l’altopiano. Inoltre, è ben visibile anche l’aeroporto di Asiago e molto spesso capita di intravedere qualche piccolo aereo turistico che atterra o decolla. La prima cosa da vedere durante quest’escursione è il forte Interrotto. Si chiama così perché è situato nel monte Interrotto e infatti il suo nome corretto è forte monte Interrotto. Costruito in epoca tarda medievale fu utilizzato durante Prima guerra mondiale come base logistica e non venne mai coinvolto attivamente in battaglia. Durante “l’offensiva di primavera” del 1916 degli austriaci lo assediarono e rimase in mano loro fino alla fine del conflitto. Nella seconda parte di quest’escursione si passa per il sentiero dei 5 cimiteri, un percorso che corre lungo il bosco passando per diversi cimiteri dove sono sepolti sia austro-ungarici sia italiani. Nell’ultimo cimitero, infatti, è dedicato alla brigata Sassari, la brigata di Emilio Lussu, che con il suo libro “un anno sull’altopiano” è una delle testimonianze più importanti dei tragici eventi che hanno coinvolto queste montagne. Infine, si visitano anche le trincee restaurate del monte Zebio.
5) Forte Vezzena
Una bella escursione non molto impegnativa da fare in primavera quando le giornate iniziano a scaldarsi è sicuramente raggiungere la cima del Piz di Levico dove sopra è ubicato il Forte Vezzena dove si può godere di un panorama da favola sulla Valsugana e i laghi di Caldonazzo e Levico. Il Forte fu edificato quando il Trentino apparteneva all'impero austro-ungarico tra il 1910 e il 1914. Aveva un'importantissima funzione di osservatorio grazie alla sua posizione strategica, e proprio per questo motivo venne chiamato "l'occhio degli altipiani". Poteva controllare la zona a sud verso Asiago e tutto il versante nord della Valsugana. Era sicuramente un'opera ardita, infatti si appoggiava alla roccia che gli fa da parete a nord e si affaccia a strapiombo con un salto di 1300 metri sulla Valsugana. Era considerato inespugnabile e tale si dimostrò; gli italiani cercarono infatti di conquistarlo più volte tra il 1915 e il 1916, ma tutti i tentativi fallirono. Sin dai primi giorni di guerra venne costantemente tenuto sotto tiro dall'artiglieria italiana. Dopo l'offensiva austriaca della primavera 1916, furono riparati i danni subiti dal forte durante il primo anno di guerra. L'attuale stato di totale rovina è dovuta al recupero dei materiali ferrosi negli anni del primo dopoguerra Più a valle è situato un altro forte austriaco: il forte Verle.
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