Trincee della Grande guerra: 12 posti da visitare
Le trincee della Grande guerra sono disseminate in un po' tutto il confine del territorio italiano, in particolare nel nord est, dove si sono svolti i più cruenti combattimenti negl'anni 15-18. Ecco 12 luoghi dove poter visitare le trincee della Prima guerra mondiale.
Le trincee della Grande guerra sono visitabili in molti luoghi, in particolare in montagna lungo i confini storici dell'Italia. In Veneto, tra Dolomiti e Prealpi le testimonianze della Prima guerra mondiale sono numerose e grazie al lavoro di restauro di associazioni ed enti, oggi, molti siti si possono raggiungere sia in auto che con una camminata a piedi.
Le trincee della grande guerra sono dei veri e propri fossati scavati dai soldati durante la guerra di posizione e logoramento. Lo scopo era quello di proteggere i soldati dal tiro nemico e allo stesso tempo di fermare una possibile avanzata mentendo al sicuro postazioni di fucilieri e mitragliatrici. Oltre a questi fossati, molto spesso di fronte alle trincee era posizionato del filo spinato e cavalli di frisia che impedivano l'avanzata nemica. Subito dietro la prima trincea, o prima linea, ne erano presente altre, parallele, costruite per rafforzare la linea e fornire supporto. Dentro le trincee, inoltre, erano presenti dei veri e propri ricoveri e fortificazioni a prova di bomba, dove i soldati vivevano e si riparavano durante gli attacchi di artiglieria. Nella prima parte della guerra si sono scavate numerose trincee nelle Dolomiti, soprattutto nella zona di
passo Falzarego, Cortina. Dopo Caporetto e una lunga ritirata del fronte, i combattimenti si sono accentuati lungo le
trincee del monte Grappa. Infine, durante tutto il conflitto sono state coinvolte le
Prealpi Vicentine, in particolare sul monte Pasubio e la zona di Lavarone e Rovereto, l'altopiano dei Sette Comuni con le
trincee di Asiago e molte altre zone. In questo post vediamo ben 14 luoghi dove le trincee della Prima guerra mondiale sono ancora ben visibili e dove si può camminare lungo i camminamenti ed esplorare i cunicoli e i ricoveri risalenti a più di cent'anni fa. Sotto ogni post è presente un link che porta ai dettagli per fare l'escursione a piedi che porta ad ogni singola area descritta.
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1) Le trincee delle 5 Torri a passo Falzarego
Postazioni italiane, proteggevano l'avanzata austriaca proveniente dal passo di Valparola.
Le 5 torri sono sicuramente un simbolo di Cortina d’Ampezzo e le escursioni che portano ad esse, tra i vari punti di partenza, sono tra le escursioni a Cortina più famose e classiche della zona e di tutte le Dolomiti. Alle 5 Torri sono avvenuti importati vicende durante la Prima Guerra Mondiale. In loco sono state restaurate numerose trincee della Grande Guerra rendendo questo posto un museo a cielo aperto. Le 5 torri erano un caposaldo dell’esercito italiano che, con il Lagazuoi e la zona del passo Falzarego, impedivano l’avanzata degli austriaci che salivano dal passo Valparola. Dopo la disfatta di Caporetto le truppe italiane furono costrette ad abbandonare questi luoghi strettamente difesi per ripiegare sul monte Grappa.
2) Gallerie del Lagazuoi e Cengia Martini
Una spina nel fianco per gli austriaci. Tunnel di mina e contromina per guadagnare questa cima.
Le gallerie del Lagazuoi sono un’escursione a tema Grande Guerra da fare tra le Dolomiti di Cortina d’Ampezzo. Tra le tante escursioni da fare a Cortina, il sentiero delle gallerie del Lagazuoi sono un ottimo percorso se vuole approfondire gli avvenimenti storici accaduti in quest’area delle Dolomiti durante la Prima guerra Mondiale. L’escursione alle gallerie del Lagazuoi può essere un’escursione a sé stante, oppure la parte terminale di un’altra escursione come la salita al Lagazuoi per il sentiero dei Kaiserjager o la salita al Col dei Bos per la ferrata truppe alpine. Per quanto riguarda la storia delle gallerie del Lagazuoi sono un’intricata serie di cunicoli scavati nel Piccolo Lagazuoi durante la Prima guerra mondiale. Lo scopo era quello di creare camere di mina e contromina per far saltare la montagna sopra l’avversario. Apice di questa escursione è sicuramente la Cengia Martini. Un “villaggio” militare costruita su una cengia di montagna dove viveva un reparto militare italiano. Veramente incredibile da visitare. Sul Lagazuoi gli austriaci si trovano sopra, salendo per il famoso sentiero dei Kaiserjager da passo Valparola. La cengia Martini è una cengia che si trova più o meno a metà via della montagna e che la attraversava. Questa cengia che correva verso il Valparola consentiva agli italiani di attaccare gli austriaci sul passo e sul vicino Sass de Stria rimanendo sempre protetti. Gli austriaci provarono più volte a eliminare la cengia, calandosi dall’alto, lanciando bombe e costruendo camere di scoppio per farla saltare, ma non riuscirono mai a togliere di mezzo gli italiani dalla cengia. Allo stesso tempo gli italiani scavano la montagna per raggiungere il Lagazuoi e conquistarlo.
3) Altavia Bepi Zac
Una linea difensiva lungo la cresta del Costabella nel gruppo della Marmolada. Da una parte la val Monzoni dall'altra il passo San Pellegrino.
L'alta via Bepi Zac e il rifugio Passo le Selle è una stupenda escursione che si può fare nel gruppo della Marmolada nelle Dolomiti della val di Fassa a cavallo col Veneto, tra Falcade e Moena. Quest’itinerario è un perfetto connubio tra storia e natura, tra trincee e baraccamenti della prima guerra mondiale e panorami mozzafiato in ambiente dolomitico. Per la parte storica la Costabella era un importante caposaldo difensivo del fronte austriaco nel settore della Marmolada. L’esercito italiano aveva conquistato Sasso Costabella e Cima Uomo: sfondando al Passo delle Selle, avrebbe potuto raggiungere agevolmente la Val di Fassa scardinando la linea difensiva austro-ungarica. Su queste montagne si combatté aspramente dal giugno 1915 al novembre 1917. Alterni attacchi e contrattacchi determinarono minimi spostamenti di confine, con rilievi che diventarono ora italiani, e dopo qualche giorno o poche ore, di nuovo austriaci, con continui bagni di sangue per conquistare pochi metri di rocce. Impressionanti i resti e le condizioni in cui vivevano durante il conflitto a quelle altitudini. Dentro una galleria di guerra sulla cresta di Costabella è situato anche un piccolo museo d’alta quota.
4) Cavallazza Grande e Piccola
A protezione del passo Rolle si sono costruite queste fortificazioni su questa cima.
La cavallazza e i laghetti del Colbricon sono una bella camminata da fare a passo Rolle, con vedute sulle Pale di San Martino. E' un'escursione alla scoperta della catena dei Lagorai, in quanto nonostante ci siano ampie vedute sulle Dolomiti, la Cavallazza è una montagna del Lagorai, rendendo un bel itinerario da fare nel Lagorai. Questo tragitto offre un richiamo storico alla prima guerra mondiale, infatti, specie nella Cavallazza Piccola, ci sono moltissimi resti di trincee, gallerie e postazioni di guerra che dominavano la strada del passo Rolle.
5) La strada delle 52 gallerie
Un impresa titanica per poter raggiungere in sicurezza le porte del Pasubio
La strada delle 52 gallerie è un'escursione davvero unica da fare nel vicentino, sul monte Pasubio, nelle Piccole Dolomiti. E' un escursione a tema Prima Guerra Mondiale che porta al rifugio Papa da Bocchetta Campiglia o Passo Xomo. Correva l'anno 1917 quando i lavori per la realizzazione di questa strada iniziarono. La sua realizzazione fu definita "impresa di giganti”, che nessun'altra opera eguaglia su tutta la fronte europea, miracolo di ardimento e lavoro di incomparabile grandiosità ". Nel 1915 le truppe italiane cominciarono a occupare il monte Pasubio percorrendo la strada degli Scarrubi, una mulattiera che successivamente fu trasformata in rotabile che collega il passo Xomo con le Porte del Pasubio. Quando però diede inizio la Strafexpediton gli austriaci cominciarono ad invadere queste montagne raggiungendo la dorsale di fronte alla strada degli Scarrubi. Questa strada inizialmente fu l'unica via d'accesso su questo massiccio e portare rifornimento alle truppe italiane cominciò ad essere molto problematico, in quanto prese di mira dai cannoni austriaci. Da qui nasce la necessità di trovare un’altra via per raggiungere le Porte del Pasubio.
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6) Monte Cimone di Tonezza
Più di 1000 soldati italiani persero la vita con una cruenta esplosione di mina.
La salita al monte Cimone di Tonezza è una bella e facile escursione nelle Prealpi Venete, ad anello. Ci si trova nell’altopiano di Tonezza, sopra la Val d’Astico, nelle Prealpi Vicentine. Il monte Cimone di Tonezza rappresentava un baluardo difensivo italiano a protezione della val d’Astico sottostante. Dalla sua cima si gode di uno strepitoso panorama. Punto d’osservatorio sull’Altopiano di Asiago, su Pasubio e Carega, e verso le altre vette delle Prealpi Trevigiane come Campomolon e Novegno e Priaforà , sempre coinvolte durante la guerra. In lontananza si può notare anche il monte Grappa. Per gli austriaci era prerogativa conquistare questa vetta. Durante la Strafexpedition (spedizione punitiva) del 1916, gli austriaci decisero di scacciare gli italiani dalla cima ad ogni costo. Operarono quindi con un lavoro di mina. Iniziarono a scavare la camera di mina, dentro la montagna con una perforatrice ad aria compressa. A lavori ultimati, la riempirono con 14500 kg di esplosivo e la fecero detonare. Dall’esplosione si creò un enorme cratere a cui persero la vita più di mille soldati italiani, oggi sepolti nell’ossario del monte Cimone, posto in cima.
7) Trincee del monte Fior
Considerata la chiave degl'altipiani, uno dei punti di svolta della guerra lungo i luoghi di Emilio Lussu.
L’escursione ad anello che porta al monte Fior, Spil e Castelgomberto è una bella camminata da fare sull’altopiano di Asiago, tra i comuni di Gallio e Foza. La città di roccia e le trincee della Prima guerra mondiale sono le principali attrattive di questa escursione nell’altopiano dei 7 comuni tra le Melette di Gallio e le Melette di Foza. La zona del monte Fior è definita anche la “chiave degli altopiani”. In questo luogo gli italiani hanno saputo resistere ai reparti bosniaci dell’impero austroungarico durante la Strafexpedition del 1916, contendendosi la cima come barriera per un eventuale discesa verso la val Brenta e Bassano del Grappa. Proprio in questi luoghi ha combattuto Emilio Lussu, scrittore sardegnolo che, con il suo libro “un anno sull’altopiano” ha saputo raccontare le atrocità della grande Guerra. Su tutta la dorsale del monte Fior, che parte dal monte Spil, è presente un lungo trincerone che poi risale al monte Castelgomberto. Qui sono presenti vari postazioni in caverna visitabili con le dovute precauzioni.
8) Forte Corbin, monte Cengio.
A difesa dell'altopiano occidentale, ultimo baluardo verso la val d'Astico e la pianura veneta.
Un'escursione da fare ad Asiago, a tema Grande Guerra, è l’escursione ad anello al Forte Corbin e al monte Cengio partendo dal paese di Treschè Conca, vicino Rotzo e Roana. La prima cosa da visitare in questa escursione è il Forte Punta Corbin. Il Forte Corbin fu costruito tra il 1906 e il 1914 e fu concepito come da sbarramento per un eventuale discesa degli austriaci lungo la val d’Astico. Il Forte era formato principalmente da da 6 cannoni da 149 mm e fu pesantemente bombardato dagli austrici, anche con calibri maggiori, come gli obici da 380 mm. Successivamente durante la Strafexpedition cadde in mano austriaca fino a quasi al termine della guerra. La seconda parte di quest’itinerario si passa dal monte Cengio, teatro di importanti battaglie del conflitto che hanno coinvolto i Granatieri di Sardegna. Il monte Cengio fu l’ultimo baluardo difensivo prima che gli austriaci potessero scendere facilmente sulla pianura e con un estremo sacrificio di vite, più di 10mila soldati, gli italiani riuscirono a respingere l’avanzata austriaca. Qui è possibile visitare le innumerevoli gallerie che collegavano le varie postazioni d’artiglieria.
9) Monte Ortigara.
Uno dei più grandi sacrifici in termini umani. Da entrambi gli schieramenti.
Questa battaglia si combatté tra il 10 e il 29 giugno del 1917 e vide impiegati 400 mila soldati. I morti furono numerosissimi, tanto che da allora il monte fu detto anche "calvario degli Alpini". In cima di esso fu deposta una colonna mozzata a memoria dei 20 mila caduti, recante la scritta "Per non dimenticare". Lungo tutto il percorso si è circondati da trincee di guerra che fanno da testimonianza alle atrocità avvenute in queste montagne, basti pensare che prima dei bombardamenti la cima del monte Ortigara era di ben 8 metri più alta.
10) Trinceroni di Campolongo
Ultimo baluardo con numerosissime trincee costruite e mantenute in buono stato. Non vi furono però ruoli attivi in questa zona.
Raggiungere i Trinceroni di Campolongo è una bella escursione da fare ad Asiago a tema Grande guerra. Ci si trova a Rubbio, paese nell’altopiano dei 7 comuni conteso tra Bassano del Grappa, Lusiana - Conco e Campolongo sul Brenta. La camminata ai trinceroni di Campolongo è un itinerario abbastanza breve, facile e alla portata di tutti. Permette a chiunque di immergersi nella storia e visitare le trincee della Prima guerra mondiale, conservate molto bene. Il dedalo di trincee del monte Campolongo non ebbe ruoli attivi durante il primo conflitto mondiale, ma fungeva da ultimo baluardo della prima linea e doveva impedire l’uscita dal canal Brenta delle truppe imperiali che si trovavano a Valstagna e a Cismon del Grappa. Qui, infatti, si possono osservare molte postazioni d’osservazione sulla val Brenta, con una spettacolare vista su Valstagna.
11) Trincee del Col Campeggia
Seconda linea fondamentale per i rifornimenti in Grappa durante l'ultima resistenza
Le Trincee del Col Campeggia sono una facile escursione sul monte Grappa a tema Grande guerra, vicino Camposolagna. Il percorso è facile. Col Campeggia, durante gli ultimi due anni di Guerra diventò un punto fondamentale per le retrovie italiane che fornivano supporto ai combattimenti sull’Asolone e fu linea di massima resistenza in caso di cedimento del fronte di guerra. Inoltre, qui arrivava una delle 80 teleferiche che salivano in Grappa, più precisamente quella che partiva da valle Santa Felicita, diventando un importante centro logistico per l’area. Durante l’itinerario è possibile visitare sia le varie trincee del monte Grappa, disseminate un po’ ovunque, sia alcune gallerie che fungevano da osservatori, ricoveri o postazioni di mitragliatrici. Per visitarle, dal momento che alcune sono abbastanza lunghe, è necessario munirsi di torcia. Lungo tutto il tragitto sono presenti diversi tabelloni che spiegano gli avvenimenti accaduti in questi luoghi.
12) Trincee del monte Palon
Dedalo di trincee a difesa del Grappa sul monte Tomba. Perfettamente restaurate.
Le gallerie e trincee del monte Palon sono uno dei punti più interessanti, dal punto di vista storico, del territorio trevigiano. La zona del Palon fa parte delle trincee del monte Grappa e sono uno dei luoghi più interessanti dove vedere i resti della Prima Guerra Mondiale. I suoi recenti restauri hanno portato alla luce la dura e cruda realtà della vita in trincee e camminando tra le loro rovine ci si può immedesimare nell‘inferno in cui si sono trovati i nostri nonni, un posto che vale sicuramente la pena essere visitato. Il monte Palon è raggiungibile in diversi modi, tra cui anche in macchina. Se lo si vuole raggiungere con bella camminata, non impegnativa come la salita da Possagno, lo si può fare salendo dal monte Tomba, più precisamente dalla trattoria da Miet, e in un’ora e mezza, con 500 mt di dislivello lo si raggiunge passando per le trincee di Castel Cesil. Il percorso è interessante soprattutto perché si percorre la cresta sommitale che collega il Tomba con le Meatte e che, durante la Prima guerra mondiale, era la linea di conflitto che gli austriaci che cercavano di superare per arrivare alla pianura. In particolare, in queste zone arrivavano gli austriaci del generale Rommel scendendo dalla valle del Piave dopo la ritirata della quarta armata del regio esercito sul Grappa che era disposta sulle Dolomiti, costretta al ripiegamento dopo la disfatta di Caporetto. Un'escursione sul monte Grappa da non perdere.
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